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martedì 21 maggio 2013

Proposta per fermare l'epidemia di vip che scrivono libri

Non me ne voglia Fonzie, però oh, a un certo punto...

Dopo la chiusura del XXVI Salone del Libro di Torino, che cosa resta a chi ama la letteratura se non un lungo elenco di famosi che arrotondano scrivendo (o facendosi scrivere) libri? Quasi niente, purtroppo.
Ecco allora una proposta per bloccare questa epidemia di vip romanzieri: colpirli in ciò che hanno di più caro, il portafogli.

Premesso che:

- in Italia si leggono pochi libri (o come ha scritto qualcuno, sono più quelli che scrivono di quelli che leggono);

-  i pochi che si leggono sono sempre gli stessi 4-5 pompati dai mass media;

- gli agenti letterari si sono trasformati in agenti di marketing che manco riconoscono "Storie di ordinaria follia" di Bukowski e se glielo proponi ti dicono che non è un granché (e non è un esempio inventato, controllate pure);

- la propensione alla lettura sta regredendo, nonostante (in teoria) ci siano più persone istruite di quante ce ne fossero una volta;

- a parte Saviano e pochi altri, le classifiche di vendite e i saloni del libro vedono il crescente dominio di persone che con la scrittura hanno poco a che fare.


E considerato che:

- non mancano di certo i giovani aspiranti scrittori dotati di talento e passione;

- la disoccupazione, specialmente quella giovanile, è a livelli record;

- i vip che scrivono libri best seller non fanno certo fatica ad arrivare a fine mese.


Propongo che:

- tutti i vip che vogliono farsi pubblicare romanzi, fiabe, racconti e poesie rinuncino inderogabilmente a qualunque provente o guadagno economico derivante dalla pubblicazione di suddette opere. Niente, neanche un centesimo o un rimborso spese per il tour promozionale.


In alternativa propongo che:

- se non vogliono rinunciare ai ricavati delle loro opere, possono in subordine: interrompere qualunque altra attività lavorativa oppure rinunciare completamente a stipendi e guadagni derivanti da queste professioni per un periodo non inferiore ai cinque anni.


Torino, 22 maggio 2013,

l'invidioso

Claudio Pizzigallo (Pizzi)


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