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mercoledì 22 maggio 2013

Vinicio: non solo musica

In tempi di vip che si improvvisano scrittori, fa piacere sapere che un artista serio come Vinicio Capossela continui a cimentarsi in un esercizio di scrittura diverso da quello a cui è abituato

La distanza tra la scrittura di testi musicali e quella di libri è spesso impercettibile, come nel caso di Vinicio Capossela.


Conosciuto soprattutto come musicista, ha pubblicato nel 2004 il suo primo romanzo “Non si muore tutte le mattine” e nel 2009 il secondo “In Clandestinità”.

Quest'anno è uscito il suo terzo libro, intitolato “Tefteri. Il libro dei conti in sospeso”,
omaggio alla sua amata Grecia, già cantata nell'ultimo album Rebetiko Gymnastas.
Il libro e l'album godono di vita propria, non sono in alcun modo correlati, come tiene a precisare l'artista. Dopo l'uscita dell'album, la Grecia ha iniziato a essere sulla bocca di tutti e Vinicio ha voluto approfondire l'argomento, come a pagare un suo debito nei confronti del successo che gli ha fruttato l'album.

Il Tefteri è un genere musicale suonato con il buzuki: tipico strumento orientale che si suona seguendo i dettami della musica occidentale con richiami alla musica dei rabdomanti e a quella dei Balcani. Riassume e mescola quindi due mondi diametralmente opposti. Si tratta di una musica dal tessuto semplice: continuo ripetersi delle note Re-La-Re. Questa musica è sempre stata ritenuta illecita dal governo greco in quanto da contestualizzarsi nelle atmosfere prive di tabù delle taverne, luoghi in cui ci si slaccia l'anima e dove le gerarchie sociali si disintegrano.

Secondo Capossela il Tefteri è una musica di emarginati ma molto viva, che permette di guardare in alto, di andare “oltre”. Ed è nata dalla parlata quotidiana quindi non è separata dalla vita, come mangiare, bere, parlare...
Nel suo libro non si parla solo della Grecia antica - quindi della mitologia, della storia, delle radici dell'uomo e delle etimologie - ma anche della Grecia moderna, quella dei disoccupati. Viene spiegato che il termine “crisi” deriva dal greco “krino” che significa giudicare, separare: quindi non sempre è da vedersi con un'accezione negativa.

Atene viene descritta come la città più anarchica d'Europa, dove si respira un'aria euforica e di disperazione allo stesso tempo.
Salonicco, invece, viene descritta come il crocicchio di una pluralità di genti e di edifici signorili ma quasi tutti disabitati. Una città fantasma, eco di strumenti e facce...
La stesura del libro è partita dalla raccolta di annotazioni, da discorsi affrontati con la gente o pezzi di frasi captate per le strade, tra la gente. Le domande che si pone il musicista-scrittore sono: di che cosa scegliamo di essere fatti? Da che parte stiamo? Che cosa conta per me?
Domande che è bene si ponga anche il lettore...

Carlotta Invrea


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